Ottimo articolo, ma mi permetto di affinare il bersaglio.

Sono quelli della pubblica amministrazione centrale e periferica che vi stanno dissanguando ed affamando. I dirigenti di fascia II, con i loro 90–100 mila euro annui, e quelli di fascia I con i loro 150–250 mila, i magistrati con i loro 300 mila, i dormienti della Consulta con i loro 470 mila ed i pensionati d’oro che lavorano è dirigono il paese senza compenso ma con 500 mila euro di pensione. Sono centinaia di migliaia e lavorano tutto il giorno per evitare che la situazione possa cambiare, forti del loro potere d’acquisto cristallizzato nell’Euro assassino, deflazionistico, che hanno contribuito con i loro atti ed omissioni ad introdurre e consolidare. La Pubblica Amministrazione centrale e periferica ormai è lo Stato, come ci ricorda ad ogni occasione Sabino Cassese.

Quello degli anni ’90 fu un vero e proprio golpe, consumato con la connivenza di queste persone, che hanno enormemente accresciuto e consolidato il loro potere in una repubblica che ha a fondamento, nella propria costituzione, il disprezzo per il popolo e la settecentesca, potremmo dire quasi atavica, paura delle sue decisioni.

“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”

Ma se a comandare non è il popolo allora chi è? Basta stare attenti a non farsi infinocchiare, l’Italia è un Paese castale, lo ricorda nella sua Lectio Magistralis Lucio Caracciolo e quelle caste stanno li da sempre. L’ascensore sociale è fermo, il Paese si estingue nell’insipienza dei suoi amministratori.

I cinquantenni lasciali perdere. Moltissimi sono messi peggio di voi 30–40 enni — Non fate questo errore, il nemico è altrove e se la ride di insinuare inimicizie, nel dividere e governare.

Cordialità.